Disturbo da tic

I tic sono definiti come movimenti o vocalizzazioni improvvisi, involontari, rapidi, ricorrenti, motori e non ritmici. Questi comportamenti appaiono fuori dal contesto in cui vengono emessi, sono molto comuni in età infantile e solitamente sono condizioni temporanee e scompaiono spontaneamente. A volte invece possono cronicizzarsi e mantenersi nel tempo, portando alla diagnosi di disturbo da tic.

I tic possono essere semplici se si manifestano in un solo muscolo o un solo suono, oppure complessi se coinvolgono più gruppi muscolari o più suoni o più frasi. Il DSM-5 (2013) distingue i disturbi da tic in 4 grandi categorie:

  1. Disturbo di Tourette
  2. Disturbo persistente da tic motori o vocali
  3. Disturbo transitorio da tic
  4. Disturbo da tic con altra specificazione o senza specificazione.

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Chi soffre di disturbo da tic ha notevole difficoltà nel controllare tali movimenti involontari o suoni e possono migliorare la frequenza della sintomatologia attraverso pratiche di rilassamento, attraverso la pratica sportiva e se coinvolti e concentrati in attività piacevoli. La frequenza invece del tic può aumentare invece in condizioni di stress, eccitazione, affaticamento o periodi di ansia.

Cause ed esordio del disturbo da tic

Rispetto alla concezione classica secondo la quale si pensava che i tic dipendessero esclusivamente da fattori emotivi, le recenti ricerche ci mostrano che il fenomeno è ben più complesso ed è determinato dalla combinazione di fattori biologici, chimici ed ambientali, sebbene non sia ancora possibile indicare delle cause univoche per questi disturbi. L’ ipotesi più attendibile è che il disturbo sia causato da squilibri in alcuni neurotrasmettitori e in particolare dopamina e serotonina. Gli studiosi hanno anche rilevato cambiamenti nelle aree del cervello che determinano e coordinano i movimenti. E’ stata riscontrata anche una familiarità genetica nel 75% dei casi. L’opinione oggi più diffusa è che la manifestazione del disturbo sia il risultato dell’interazione tra fattori genetici ed ambientali.

I criteri diagnostici per i disturbi da tic specificano che i sintomi devono comparire prima dei 18 anni e non devono essere associati all’uso di sostanze stimolanti (come droghe) o a condizioni mediche in generale. La forma del disturbo varia da lieve a molto grave sulla base dell’interferenza e del grado di invalidità che provoca nella vita della persona. Si va da tic lievi e passeggeri fino alla Sindrome di Tourette all’estremo opposto. Si è visto che nel tempo i sintomi hanno un andamento altalenante, con miglioramenti e peggioramenti a seconda del momento.

Trattamento del disturbo da tic

Le ricerche confermano che la terapia cognitivo comportamentale (TCC) è il trattamento più efficace per la risoluzione del problema.
Il programma di terapia si compone di diverse fasi:

  • Automonitoraggio: si cercano tutte le informazioni relative al tic relative alle circostanze in cui si verificano, alla frequenza, alla durata, al vissuto personale e alle emozioni provate nelle specifiche circostanze;
  • Rinforzo: secondo la teoria del condizionamento operante si costruisce con i bambini e gli adolescenti un programma di premi e incentivi per favorire comportamenti alternativi e/o controllo dei tic;
  • Pratica massiva e Habit Reversal Training: si induce il bambino ad eseguire volontariamente il movimento tipico del tic nella maniera più realistica possibile o comportamenti opposti incompatibili, per determinati periodi di tempo intervallati da periodi di riposo, preferibilmente di fronte allo specchio. In questo modo si sviluppa inibizione reattiva dei tic a causa della stanchezza muscolare dovuta all’esecuzione dei movimenti.
  • Rilassamento: effettuato tecniche con diverse come l’immaginazione guidata, il training autogeno, percorso di mindfulness. Viene spesso preferito il rilassamento muscolare progressivo spesso monitorato dall’apparecchio di biofeedback.

La terapia permette di aumentare la consapevolezza del tic, identificare le sensazione che lo precedono, riconoscere situazioni e circostanze in cui si presentano, imparare a contrarre i muscoli antitetici al tic, avere un maggior controllo dei muscoli coinvolti, generalizzare gli esercizi nelle situazioni prima che il tic si manifesti. Il programma di terapia comprende incontri con la famiglia che riceve indicazioni sulle reazioni più efficaci da mettere in atto di fronte al tic e su come rinforzare e sostenere il bambino, nel praticare gli esercizi di intervento comportamentale quotidianamente. Nel corso della terapia possono essere effettuati anche training specifici sull’autostima, le abilità sociali e l’assertività per gestire il disagio vissuto dal bambino e potenziare le sue capacità relazionali.

Bibliografia

  • American Psychiatric Association. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta Edizione. A cura di Biondi M. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.
  • Isola L., Mancini F. (a cura di) “Psicoterapia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza” Seconda Edizione Franco Angeli Editore, Milano 2007